Martedì,
11 febbraio, 2014. Non c'è che dire, viviamo un'economia globale,
una cultura globale, una politica globale, una scurrilità globale. I
tempi cambiano. Ricordo mia madre quando inorridiva nel sentire i
figli dei pescatori, quando venivano a scorrazzare dalle nostre
parti, bestemmiare e inveire con quanto di più scurrile poteva
uscire dalla loro bocca, totalmente disinibiti e senza quel minimo di
istruzione che a quell'epoca poteva ancora fungere da deterrente.
Quanto a me, bastava il disagio che vedevo in mia madre a
distogliermi dal ripetere simili performance. Confesso che in seguito
il temperamento sanguigno e gli stimoli della vita mi hanno
consentito un buon recupero, ma non è di questo che intendo parlare.
Anzi, vorrei spezzare una lancia a favore dei giovani pescatori, che
a quell'epoca vivevano nella miseria senza altro destino che
ereditare quello dei padri. Molti anni più tardi, quando la passione
per la vela mi ha spinto a frequentare il loro ambiente, ormai adulti
sia io che loro, ho scoperto quanto rispetto portassero alla
famiglia, ma anche agli estranei, quanto fossero schivi e mi è
sembrato perfino incredibile che dessero del Voi ai loro padri. Non
ho mai frequentato una scuola di vela e quello che so l'ho imparato
da loro. Mi hanno insegnato ad assecondare il mare, a capire il
vento. Li ho rispettati e mi hanno rispettato. E ci sono cascato di
nuovo. Quando scivolo su una digressione che mi appassiona, esco dal
seminato. Forse no, avevo cominciato con la scurrilità globale. Non
mi son allontanato troppo. Facciamo un bel salto, dai figli dei
pescatori (parlo di quelli delle vecchie lancette, al massimo dei
primi topolini a
motore, i minuscoli
pescherecci che poco a poco le hanno rese obsolete) alle più alte
sfere della politica mondiale. Attraverso sofisticatissimi congegni
di intercettazione, impegnando i migliori esperti della materia,
sicuramente ingegneri elettronici delle telecomunicazioni se non
qualcosa di maggior caratura, i russi hanno scoperto e rivelato al
mondo che Victoria Nuland, nientemeno che sottosegretario di stato di
Barrack Obama, dice parolacce. E' successo un putiferio. Non tanto
perché la Nuland dice sconcezze, ma perché ha mandato a fare in
culo l'intera Europa. Italia, Francia, Inghilterra..., insomma,
venticinque stati in un colpo solo. Le è scappato di bocca nel corso
di una telefonata con il presidente ucraino. Avrebbe dovuto
immaginare che Putin quella chicca non se la sarebbe fatta scappare.
Chissà se anche la mamma della Nuland rabbrividiva al suono
delle oscenità, ma di certo suo padre non saltava su una barca a
vela alle quattro di mattina, anche d'inverno, per guadagnarsi il
pranzo e forse anche la cena per la famiglia. Tuttavia va scusata. La
colpa è anche della lingua, l'inglese, cosi sintetica, così
duttile. Per sollevare tanto casino, le è stato sufficiente farsi
sfuggire tre brevissimi suoni: Fuck the EU!
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