sabato 5 marzo 2011

diario di un qualsiasi nessuno

Domenica, 4 luglio 2010
Oggi la vena di scrivere è scarsa. A disturbarmi è il ronzio delle palle che mi girano come eliche di un bimotore. Sono uscito dal porto per due volte, sperando in qualche refolo che mi aiutasse a mettere a punto l’assetto della vela, stavolta definitivamente, ma non c’è stata storia. Entrambe le volte sono uscito con poco vento e dopo due minuti è sparito anche quello. Bonaccia morta. Invece che il vento, a portarmi erano le onde, quelle piccole onde figlie di puttana che approfittano della vela floscia e ti spingono, lentamente e inesorabilmente, verso le boe degli stabilimenti balneari, oltre le quali rischi multe da capogiro. Non ho mai capito perché le infrazioni in mare costino tanto di più di quelle stradali. Forse sarebbe meglio incoraggiarlo il diportismo, visto che serve a un sacco di gente per arrivare a fine mese. Non solo a chi le fabbrica, le barche, ancor più a chi le ripara o ne cura semplicemente la manutenzione. Tuttavia certe vie sono imperscrutabili e ogni tentativo di esegesi a riguardo sarebbe uno sforzo inutile. Potrebbe anche essere socialmente deviante e politicamente pericoloso. La distinzione socialmente più rilevante è quella fra ricchi e poveri, e siccome chi naviga è ricco, è per molti una consolazione sapere che paga multe salate. Per inciso, la barca con cui sono in lotta da mesi, senza essere ancora riuscito a sistemare del tutto l’assetto della vela, mi è costata trecentocinquanta euro, completa di tutti gli accessori, inclusi una fascia di galleggiamento e un parabordo in ottimo stato. Ho detto anche politicamente pericoloso, perché, volendo indagare sul diverso trattamento, quanto a multe, riservato agli automobilisti e ai diportisti del mare, si potrebbe essere accusati di voler impedire una sorta di rivalsa politica sugli scompensi del redditometro. Comunque, non è stata la totale assenza di vento a farmi girare le palle. E’ che stanno subendo forti pressioni. A volte ti girano senza un motivo preciso, solo come prerogativa di chi abita questo mondo, senza distinzione di razza o di censo, parliamo di un vorticare che funziona come una valvola di scarico per pressioni accumulate in modo abituale e inconsciamente remissivo nel corso dei giorni, dei mesi. Altre volte, ti girano perché qualcuno tiene premuto un interruttore, spesso anche due o tre contemporaneamente, e allora non c’è valvola di scarico che tenga, si tratta di vere rotture di coglioni. E’ il mio caso e posso assicurare chiunque che non c’è contraddizione di termini. Le rotture di coglioni sono come i soldi, che ce le ha se le tiene. Si può perfino sostenere che spesso servono a porre rimedio alle ingiustizie introducendo un principio osmotico nel complesso tessuto sociale. Berlusconi è forse l’uomo più ricco d’Italia, non lo so, ma anche a giramenti di palle non è secondo a nessuno. Pensate a quanto gliele fa girare Fini, che preme costantemente il tasto del controcanto, nonché i mass media, che lo premono sfacciatamente sul tasto dei Finiani. Anche Lippi, nel suo piccolo, è un uomo ricco, potrebbe permettersi di certo un bel dieci metri. Neppure lui è al riparo dalle rotture. Un eroe nel 2006, quando ha mandato i giornalisti a fare in culo e ha vinto in campionato del mondo, uno sciagurato nel 2010, quando ha mandato, anche se in modo più blando, i giornalisti a fare in culo e non ha superato il girone eliminatorio. Ora i giornalisti stanno chiedendo a Prandelli se ci sono giocatori che, a suo modo di vedere, potrebbero (avrebbero potuto) far parte della nazionale, cercando di renderlo complice di inopportune rivalse. Cercano di far uscire dalle sue labbra i nomi di giocatori non convocati da Lippi, preparandosi a un orgasmo, nel caso dovesse menzionare Cassano e Balotelli. In ogni caso, Lippi non è più lo stesso. In quattro anni mi è sembrato invecchiato di dieci, se non nel fisico, di certo nello spirito. Ha fatto le sue scelte, avrà anche sbagliato, si è preso i suoi oneri ed onori. Un capo può vincere, un capo può perdere. Fine della storia. Meglio pensare agli Europei, cercando di non rompere i coglioni anche a Prandelli. Pure Sarkozy deve essere un tipo che non se la passa male. Quanto a giramenti di palle, dopo la performance di Domenec (oppure Domeneque?) e la figuraccia della Francia ai mondiali, neanche lui è stato secondo a nessuno. Gli giravano tanto che ha convocato il Premier, il ministro dello sport e il sottosegretario. Si sarà sfogato con loro. Ma ce ne sono altri, di ricchi, che hanno voluto evitare ostentazione di ricchezza e hanno portato qualche milione in Svizzera. La Guardia di Finanza, però, deve aver considerato motivi più venali, visto che ne ha fatto un lungo elenco e si prepara ad una inquisizione a tappeto. Più alto il deposito, più veloce il vortice. Come dicevo, il principio osmotico che attenua le disuguaglianze nel tessuto sociale.

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