venerdì 30 marzo 2012

diario di un qualsiasi nessuno

Venerdì, 30 marzo, 2012

E’ già da un pezzo che scrivo questo diario e naturalmente non mi passa neanche per la testa di rileggere quello che ho scritto. Se scrivo un romanzo, per fare un esempio, me ne prendo cura, ovviamente, da quando nasce e mentre ne seguo la crescita finché non diventa adulto, intendo finché non l’ho scritto e corretto sino all’ultima parola, poi me ne dimentico, si fa per dire, e passo a qualcosa di nuovo. Tante parole per spiegare che corro sempre il rischio di ripetermi, per qualcosa che ho scritto l’anno scorso, o due anni fa, e non ho riletto. Il vero problema è che un diario giornaliero, o quasi, contiene la descrizione di un certo numero di fatti e di un numero forse ancora maggiore di impressioni e reazioni emotive, determinate da tali fatti. Sarebbe certamente confortante poter raccontare emozioni e impressioni edificanti a commento di fatti che lo sono altrettanto, ma, ragazzi, sono un italiano del 2012, dove vado a trovarlo un fatto edificante? In genere, tuttavia, anche negli anni trascorsi non c’era di che stare allegri, quanto a deterioramento dell’etica e dei rapporti sociali, per cui non è affatto improbabile che abbia espresso più proteste che rosee visioni a commento di certi fatti. Quello che voglio dire, a conclusione di questa tirata, è che rischio di ripetermi, e che se mi ripeto non sarà per dipingere tele di rose e fiori, ma solo per reiterare qualche protesta già espressa, con il rischio di rompere i coglioni. Se sono riuscito a spiegarmi, il mio proposito non era che di chiedere scusa nel caso dovesse capitare. Di ripetermi, voglio dire. Sto anche perdendo la mia vena umoristica. Mi è sempre piaciuto sdrammatizzare, strappare un sorriso, anche solo un accenno di sorriso a chi non ha voglia di ridere, ma ora significherebbe voler far ridere attraverso le lacrime e si tratterebbe di riesumare Charles Dickens, il grande maestro della materia, che però non era italiano e non troverebbe gli stimoli per impegnarsi in un compito che, in fondo, non lo riguarda. Voglio chiudere con un quiz. Una professione è balzata alla ribalta come la più sicura, la più remunerativa (rapportata al lavoro che richiede), consente gozzoviglie al di sopra di ogni crisi, è la più affidabile quanto a trattamento pensionistico, vi si accede, almeno credo, senza bisogno di una laurea. Qual è?

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