lunedì 28 giugno 2010

18 febbraio 2010
Oggi ho visto la doc. Le analisi vanno bene, anzi, scorrendole ha tirato un sospiro di sollievo, come si fosse tolta una peso. Ho indagato, ma ha risposto in modo vago. Chissà che cosa l’aveva insospettita, e sospetto che avesse sospettato qualcosa di grave. Ho provato a tirare un sospiro di sollievo anch’io, ma troppo presto e si è inceppato a mezza strada. Ci sono due linfonodi ai lati del collo. Le ricordo che sono lì da almeno quattro anni e non hanno mai rotto i coglioni a nessuno, ma lei dice che si sono induriti e occorre dare un’occhiata e mi tappa la bocca con un’impegnativa per un’ecografia. All’ASL mi fissano un appuntamento fra due mesi. Esattamente fra due mesi e otto giorni, ma poteva andare peggio. Stamattina mi sono misurato le forze con il test della spesa. Una quindicina di scale fino al portoncino d’ingresso con due borse stracolme, una in ciascuna mano. Operazione ripetuta per tre volte, le borse erano sei. La prima volta è andata bene, la seconda un po’ meno, la terza eseguita in apnea. Una merda, e i tiramisù della doc sono finiti. Chiederò in farmacia.
Ho ripreso fiato davanti al televisore, dove Cecchi Paone si autocelebrava come portavoce di tutti i gay d’Italia, sei milioni, statistiche alla mano. Il dieci per cento, non fa una grinza. Poi spiegava che si può nascere gay, ma sono possibili anche variazioni di percorso strada facendo. Su questo punto non è stato molto chiaro e non ha spiegato se la conversione può ascriversi a casuali contatti con i gay del primo tipo. Speriamo di no, o dalle nuove leggi antidiscriminatorie per l’arruolamento nelle forze armate scaturirebbero catastrofi. Ha citato anche un libro, non ricordo di chi. Il succo del testo è che al giorno d’oggi il sesso è assatanata ricerca di orgasmi e la gente se ne frega di procreare, quindi non c’è da obiettare se entrambi i partner offrono lo stesso prodotto. Sarà. Non ne faccio una questione morale, diociscampi, solo mi sa di semplicistico. Il semplice affascina, il semplicistico per niente. E’ vero che tutti fanno all’amore senza pensare a far figli? C’è una flessione preoccupante nelle nascite, chi lo nega, ma la cicogna continua a volare e i reparti di ginecologia e ostetricia non hanno mai chiuso. E’ giusta questa incessante celebrazione mediatica dei gay, specie di quelli noti sul piccolo schermo, questa angosciante pretesa di normalità, la delusione di una vita diversa spacciata per soddisfazione e gaiezza? Non si rischia di confondere le idee agli adolescenti? La televisione, ovviamente, ci va a nozze a confezionare un prodotto per sei milioni di interessati. Strumentalizzazione è una parolaccia, ma quando di vuole, ci vuole. L’espressione una vita diversa, che mi è appena scappata dai tasti, merita una precisazione urgente, è d’obbligo evitare malintesi. Diversa da che? Da modelli disneyani di famiglie felici e soddisfatte? Stronzate. Gli etero sono in piena crisi e le coccole hanno vita breve. Gli etero vanno a scannarsi nelle aule dei tribunali, in genere per via dei figli, degli alimenti, degli ormai onnipresenti danni morali e materiali, quando non si scannano sul serio e finiscono sulle pagine della cronaca nera. Da questa angolazione i gay non hanno niente da invidiare agli eterosessuali. Proprio niente. Eppure la diversità resta, e certamente genera sofferenza. Non si può restare indifferenti al processo della natura che perpetua la vita. Accidenti a Cecchi Paone e ai discorsi impegnati. Mi mandano in depressione. Dickens sapeva ridere attraverso le lacrime. Per questo mi piace e per questo ci provo anch’io, in genere con risultati alterni. Migliorerò, speriamo. Non si può restare indifferenti al processo naturale che perpetua la vita, dicevo, e potrebbe anche essere una frase conclusiva. Invece non lo è affatto, perché solleva un dubbio enorme e devastante come uno tsunami. E’ davvero una buona idea perpetuare la vita, cioè emettere convocazioni obbligatorie per nuovi nascituri che dovranno vivere in un mondo inquinato in ogni settore, specie quello dei rapporti fra umani, in ambito nazionale e peggio ancora in quello internazionale, ancor più di quanto non lo sia nell’atmosfera? Prima di rispondere sarà il caso di ripassarsi la materia con un paio di telegiornali. La conclusione più ottimistica è che almeno si dovrebbe lasciare una possibilità di scelta, magari con una crocetta sul sì. Rebus sic stantibus, la faccenda dei gay può essere vista da un’angolazione diversa, logica e chiarificatrice, da interpretare come sorprendente alternativa al libro dell’Apocalisse. Il mondo naturale fa fatica a sopravvivere, considerati gli ecocasini combinati dagli umani e i danni forse irreparabili sofferti dal pianeta. I gay rappresentano l’incredibile contromisura della natura, che si è rotta i coglioni e li fa proliferare a dismisura e continuerà a farlo fino a quando, al grido di “gay è bello!” tutta l’umanità sarà convertita e presto estinta. La terra, finalmente libera dall’incubo dell’umana specie, potrà tirare un sospiro di sollievo, lascerà che il tempo le curi le ferite e potrà avviarsi tranquillamente alla fine, verso il riposo eterno che le compete.

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