sabato 3 luglio 2010

Sabato 20 febbraio 2010
Piove, leit-motiv di questa invernata di merda. In compenso non fa freddo e dovremmo essere intorno agli otto, nove gradi, e se siamo sopravvissuti così in tanti ai due, tre gradi stabili dei giorni scorsi, con l’influenza canonica e l’AN1H1 impegnate a dare una mano al governo a sfoltire il numero dei pensionati in eccesso, per la verità senza strafare, possiamo ragionevolmente sperare in un futuro di sopravvivenza, almeno fino a primavera. Ormai è a un tiro di schioppo. Auguriamoci allora di essere in tanti a congedarci da un maltempo che ha sconfinato in una zona temperata che non gli compete, e a rispedirlo, con accompagnamento di altisonanti Va’ ffanciullo, in Siberia e al Circolo polare artico da cui è venuto, con preghiera di restarci perché qui siamo a corto di inviti. Avrei anche potuto evitare di parafrasare un’esortazione così incisiva, di marchio tutto italiano, autoesportatasi gratuitamente, senza protezione di origine, con diffusione e successo incomparabili. Se tutti i nostri prodotti avessero la stessa presa, potremmo anche fregarcene della quotazione Euro-Dollaro e invadere i mercati dell’orbe terracqueo. Avrei potuto evitare la parafrasi, dicevo, visto che il tempo non ha personalità giuridica e non è in grado di citarmi in tribunale per danni morali e materiali. Di questi tempi, bisogna stare in guardia. Potrebbero farlo i meteorologi. Dai tempi del Colonnello Bernacca si sono moltiplicati a ritmo esponenziale e ormai sono un esercito. Meglio non stuzzicarli. Viviamo in una società dove i valori sono in crisi, e parlare di valori implica una morale. E’ un ritornello infinito, un’accusa ripetuta fino alla nausea, ma in genere il miracolo di un rimedio viene devoluto al Papa, che da parte sua può solo esortare le masse a rileggersi i dieci comandamenti. Eppure in nessun periodo storico, relativamente recente o lontano nel tempo, la morale si è attestata su vertici così eccelsi o è penetrata tanto profondamente nelle coscienze. Si è perfino mutata in qualcosa di concreto, quantificabile. In Euro, naturalmente. I reati contro la morale non si limitano più a riguardare le coscienze e a temere il giudizio divino, tutt’altro. Le denunce di reati contro la morale risuonano alte nelle aule dei tribunali e le condanne fioccano. In genere si tratta di risarcimenti, perché pare che i danni ascrivibili a tali reati siano smisurati. Ecco perché bisogna stare attenti a non usare certe espressioni, certe esortazioni diciamo, in versione originale. Si va più sicuri con un Va’ ffanciullo, per intenderci, e curando l’intonazione si azzera anche il rischio di fraintendimenti. Occhio alla magistratura, tra l’altro, in conflitto con la politica, sì, ma anche con sé stessa. Una sentenza assolutoria da un reato morale non da garanzie, la materia è controversa. Una seconda, più autorevole e spietata, può scaraventarti sul lastrico. Di fatto, una sentenza assolutoria di un giudice di pace è stata annullata dalla Cassazione e pare che i danni morali prodotti da un Vaffanculo scandito a dovere si aggirino intorno ai cinquantamila euro. Chi si azzarderà a sostenere ancora che i valori della morale sono in crisi? La morale, si diceva, cambia nel tempo e nello spazio. Per fare un esempio di cambiamenti nel tempo, la morale nel medioevo era ben altro che la morale del ‘700 e dell’800. Quanto allo spazio, si affermava, a ragione, che la morale in una tribù dell’Amazzonia non poteva essere la stessa che in una società evoluta di un paese occidentale. Forse si andrà ancora avanti così, per qualche tempo, ma quando i nuovi valori della morale, quelli in moneta sonante, si saranno consolidati ovunque, i cambiamenti nel tempo si arresteranno di colpo e quelli nello spazio dipenderanno unicamente dall’Ufficio Cambi. Chissà che non si arrivi a quotare la morale in borsa. .

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