sabato 22 gennaio 2011

diario di un qualsiasi nessuno

29 maggio 2010
Ieri mio figlio è stato formidabile. Ci ha invitato a cena e ci ha servito, oltre a una pigna di cozze, un piatto di tagliatelle alla marinara che avrebbero fatto vergognare tanti dei cosiddetti ristoranti di pesce. Negli ultimi due o tre che ho frequentato, al confronto, ho mangiato da schifo. Mio padre era un buon cuoco, credo che qualcosa l’abbia imparata da lui, di certo il gusto della cucina. Se i figli non sono abbastanza accorti da acquisire le virtù dei padri, per fortuna ci pensano i nipoti. Per quanto mi riguarda, nei lunghi periodi trascorsi all’estero, sono sopravvissuto a spaghetti aglio, olio e peperoncino. Devo dire che in Inghilterra, per esempio, producono ottimi spaghetti. Solo, occorre guardarsi dall’osservare i tempi di cottura indicati nelle confezione. Sono il doppio del necessario e quando escono dalla pentola sarebbero l’ideale per incollare poster e manifesti. Oggi non ho potuto provare la vela per via del vento. Una bavetta da levante ignorata perfino dalle bandierine del Circolo nautico. Inutile incazzarsi, il vento è propellente gratuito e soffia quando ne ha voglia. Dalla TV ho imparato che in italiano esiste il verbo merendare, incredibile. Questo stronzo di computer si vuole mettere a discutere con un linguista e me lo sottolinea come errore. La domanda che gli avevano rivolto era la seguente. Esistono verbi per esprimere in modo più diretto le locuzioni fare colazione e fare merenda, come, ad esempio, esistono il verbo pranzare per fare pranzo e cenare per fare cena? Avrei risposto con un no secco, invece il linguista ha parlato del verbo merendare, ormai in disuso. Il fatto che non venga più usato non vuol dire che non esista e non sia mai esistito. Al massimo, lo si può considerare in letargo, ma sempre pronto a rientrare in campo. Chi aveva mai sentito parlare di esondazione, prima che qualche cronista ci avesse sbattuto il muso, magari cercando un’altra parola nel dizionario, ignaro di essere sul punto di una scoperta epocale? L’ordinaria mediocrità si è immediatamente allineata e da quel momento, fiumi e laghi non straripano più né alla TV né sulla carta stampata. Esondano. A conferma del mio assunto, questo stronzo di computer me lo sottolinea come errore. E’ bello, una volta tanto, poter apprendere dettagli linguistici alla TV. Ma è anche incredibile. Di solito è il luogo dove le lingue vengono strapazzate, oltraggiate e screditate, dove subiscono violenze inaudite, abbandonate a sé stesse e indifese. Quanto all’italiano, sarebbe sufficiente denunciare la quotidiana strage di congiuntivi che viene operata con incredibile nonchalance e senza senso di colpa. Credo che gli stranieri che studiano seriamente l’italiano comincino davvero a capirci poco e rischino, rispetto alla grammatica, lo stato confusionale. Ma non si tratta solo dell’italiano. Prendiamo l’inglese, ormai seconda lingua in tutti gli stati di Eurolandia, quindi anche in Italia. I reati contro l’inglese, in particolare riguardo alla pronuncia, meriterebbero ogni volta un procedimento penale. A rimetterci, naturalmente, sono i poveri studenti, che si trovano a dover confrontare la pronuncia dei loro insegnanti con incredibili sgorbi verbali pronunciati alla TV con la sicumera che è parte integrante dell’incompetenza. Mourinho se n’è andato a Madrid, contratto faraonico. Non dimenticherà mai l’Inter, ha dichiarato, le ha augurato tutte le vittorie possibili, tranne la Champions. Bisogna capirlo, i milioni dovrà pur cercare di guadagnarseli. Con le lingue se la cava bene, parla ormai l’italiano piuttosto correttamente e senza accento milanese, con lo spagnolo non ha problemi, lo abbiamo sentito nell’intervista di presentazione alla stampa a Madrid, ed è stato abbastanza a lungo in Inghilterra per cavarsela agevolmente anche con l’inglese. Girare il mondo e imparare le lingue. Forse è uno dei pochi che ci guadagna e anche bene. Non credo che l’Inter vincerà il prossimo campionato o la prossima Champions o la prossima Coppa Italia. A una grande ascesa segue sempre un periodo di decadenza e un inevitabile declino. Accade alle società, alle nazioni e agli imperi. E’ accaduto all’Impero Romano, dal quinto all’ottavo secolo, alla società europea del Novecento, al grande impero britannico, a chiunque abbia raggiunto vette eccelse. E’ il compiacimento a indebolire i nervi, i tendini e il cervello. Ma non è niente di grave. Il fatto è che siamo umani, capaci di grandi imprese ma soggetti a essere vittime di noi stessi. Torniamo all’Inter, o c’è il rischio di appesantirsi. Moratti Junior è riuscito a posare i piedi sulle orme del padre, a quarantacinque anni di distanza. Credo che anche la sua tensione sia in fase di declino. Il minimo che possiamo fare, interisti e non, è congratularci con un presidente che sbraita come un tifoso e, alla sua età, avrà rischiato chissà quante volte l’infarto. E tutto per una coppa che peserà, al massimo, una decina di chili.

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