martedì 17 luglio 2012

diario di un qualsiasi nessuno

Martedì 17 luglio 2012. Se mi metto a scrivere è per disperazione. Sono le 18,45 e mi sono già fumato la terza sigaretta, quella che nel rispetto di adamantini propositi avrebbe dovuto essere l'ultima della giornata. Secondo programma, una dopo pranzo, una verso le 18,00 e l'ultima dopo cena. Evitare di fare programmi, tanto il più delle volte finiscono tutti a cazzo di cane. Il fatto è che da un po' di giorni sforacchio quello che per mesi, salvo qualche rara eccezione, è stato l'invalicabile limite. Tre sigarette nelle ventiquattro ore, con un recondito proposito di ridurle ulteriormente. Sono ancora in tempo, ma sento che è il momento della verità. Qui si parrà la mia nobilitate, si fa per dire. Il fatto è che le incazzature, in fatto di fumo, sono micidiali. Ti appaiono come un buon motivo, una via di fuga, cinque minuti di sollievo per distendere i nervi, una scusa che ti solleva da ogni responsabilità, e il peggio è che le responsabilità verso te stesso sono le più gravi e proprio quando credi di poterle scansare con un misero pretesto, è quello il momento in cui ti freghi da solo, perché prima o poi ti ricadono addosso come furie scatenate e non ti lasciano scampo. In fatto di fumo le incazzature sono letali per ogni lodevole proposito, ma tenere bene a mente che quando si scatenano ruggendo nelle tue orecchie che sei una testa di cazzo  a te non resta che approvare e unirti al coro. Razionalizzare, razionalizzare, ma senza esagerare, e soprattutto non pro domo tua, o rischi di prenderti per il culo. Voglio dire, quello che occorre è un razionalizzare semplice, quel tanto che basta per capire che fumare tre sigarette è meglio che fumarne cinque o dieci o chissà quante se ti lasci portare dal vento di levante che va in culo al navigante, e soprattutto che se sei il primo a trascurare le tue convinzioni, chi cazzo vuoi che ti ascolti?.

Nessun commento:

Posta un commento