mercoledì 30 novembre 2011

diario di un qualsiasi nessuno

30 novembre 2011. Sta per andarsene l’ultimo giorno di novembre del 2011, mai più ne vivremo un altro. Domani sarà diverso, molte vite finiranno, altre avranno inizio, c’è chi finirà in prigione, chi ne uscirà, chi si sposerà e chi divorzierà, forse anche chi ammazzerà qualcuno o ne verrà ucciso, insomma, molti piangeranno, altri sorrideranno, il mondo sarà differente e la vita si sarà accorciata di un giorno. Ricordo una canzonetta da varietà, che terminava sempre con la stessa battuta –In fondo in fondo, a noi, che ce ne cale?- A me niente, assolutamente niente, visto che nessuno può farci niente. Che, vogliamo metterci a parlare di destino? Diocenescampi. Stamattina, al porto, faceva un freddo siberiano e alle dieci e mezzo spirava ancora una discreta brezza di terra. Si sa come funziona. Di notte la terra si raffredda più in fretta dell’acqua, perciò l’aria si muove a cercare sollievo verso il mare. Più tardi, però, la terra si riscalda di nuovo e l’aria se ne torna dal mare. In genere però sulla brezza di terra si può scommettere, ma non sulla brezza di mare. Perciò se si esce dal porto a vela, con il vento alle spalle, non si può essere certi di rientrare a vela, con il vento alle spalle. Tutto questo per spiegare perché non sono uscito, preferendo aspettare il primo pomeriggio, quando la brezza di mare avrà deciso se alzarsi oppure no. Ho letto un articolo interessante sul flagello delle vuvuzelas. Secondo una ricerca universitaria, causano un sacco di danni alla salute, e anche piuttosto gravi e qualcuno sta già pensando di proibirle nelle prossime competizioni internazionali. Secondo i ricercatori, dalle trombette vengono espulse milioni di goccioline di saliva che non disdegnano contagiare il prossimo con bacilli di qualsivoglia natura, inclusi, ovviamente, quelli della tubercolosi. Meglio lasciare che se le godano i sudafricani, a casa loro e senza invitati. Anche perché, diciamolo pure, è difficile seguire una partita di calcio e, possibilmente, godersela, con un jumbo che ti decolla negli orecchi per novanta minuti. Con aggiunta dell’intervallo dopo il primo tempo e salvo tempi supplementari. Scende la disoccupazione femminile, in aumento quella maschile, che, secondo me, corre inesorabilmente incontro alla confusione e al disagio del compiersi di una mutazione epocale. Si badi bene, mutazione, non mutamento. Uomini e donne, al giorno d’oggi, mutanti. Sia chiaro che non sto chiamando in causa un qualsiasi processo osmotico. Niente di tutto ciò. La mutazione riguarda l’animale prevaricante che muta, per una costante perdita di energia, di capacità decisionale, di determinazione e coraggio, in animale prevaricato, mentre dalla mutazione dell’animale prevaricato scaturirà il malversante. La disoccupazione, che continua a diminuire fra le donne e ad aumentare fra gli uomini, è già testimone di un processo inarrestabile e irreversibile. Tutti i giovani maschietti hanno avuto i loro problemi, nel corso dei secoli, ma quelli di questa generazione sono proprio sfigati. Figurarsi della prossima.

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