sabato 12 marzo 2011

diario di un qualsiasi nessuno

Lunedì, 5 luglio 2010
Sarà il caso di prendere una decisione drastica, rimettere in mare la vecchia barca e riportare a terra la nuova. Oggi ho riprovato per verificare l’assetto. Non sono neanche uscito dal porto. Il vento soffiava a una decina di nodi, ma è calato appena ho lasciato il pontile. Ho girato un po’ all’interno dei moli, aspettando che ci ripensasse, ma figuriamoci. Ho attraccato e sono tornato a casa. Con l’altra barca sarei potuto uscire lo stesso, con questa no. Con il vento che sbonaccia rimane in balia delle onde e starci sopra è una rottura di scatole. Le darò un’altra chance. Tutti hanno diritto a un’altra chance, uomini, donne, cose e animali. Alla fine, hanno avuto la loro chance di riabilitazione perfino i pipistrelli. A dire il vero, sono stati favoriti da ondate migratorie di insetti, anche loro extracomunitari, che hanno il morso facile e lasciano brutti segni, e hanno cominciato a preoccupare chiunque desideri giardinaggio sicuro o voglia comunque trascorrere un’ora di relax in giardino senza essere azzannato da zanzare – tigre o da altre specie ancor più feroci. Per farla breve, si è scoperto che i pipistrelli possono divorare in una giornata, anzi, in una nottata, una quantità di zanzare per almeno un terzo del proprio peso. Da esseri repellenti (tali, a dire il vero, senza un preciso motivo) sono passati a salvatori della patria e viene loro tributato omaggio con l’installazione di una bat - box in giardino, una sorta di piccola uccelliera in cima a un paletto, come se ne vedono a bizzeffe nei paesi nordici, dove possono restare appesi di giorno a testa in giù, per poi iniziare i loro raid notturni contro il nemico comune. Il nemico del mio nemico è mio amico. Non funziona sempre così, ma a volte può fare comodo. Prendiamo i tedeschi, che hanno avuto la loro chance di produrre mozzarelle. Ma ve la figurate la mozzarella, specie se pronunciata con accento napoletano, prodotta in Germania? Verrebbe da dire che non è cosa , come si dice a Napoli. Io non ne avevo idea, per esempio, ma io sono il solito male informato e non faccio testo. Comunque, non tutti sono in grado di approfittare di quell’unica, preziosa chance, e un esempio pare sia proprio la Germania, dove, non so come abbiano fatto, sono riusciti a produrre mozzarelle a colori. Prendiamo quel tale artista dell’immagine, che ha avuto la sua chance di restarsene nell’ombra dopo i noti trascorsi giudiziari e beneficiare della clemenza del tempo, di quel velo che diventa sempre più spesso e induce pietosamente all’oblio. Pare invece che si sia riproposto alla memoria collettiva offrendo ai media, o mettendo all’asta, non ho capito bene, le foto delle nozze di un feroce assassino, uno che ha ucciso il padre e la madre colpendoli, insieme a un complice, con un tubo metallico, un bloccasterzo, e soffocandoli perfino con sacchetti di plastica, il tutto ciò per ereditare in anticipo, pagare debiti di gioco e darsi alla bella vita. Anche questa, una chance perduta. Troviamo esempi di ultima chance in ogni settore. Prendiamo il bodybuilding, che da qualche tempo non gode più di tanta considerazione per via degli anabolizzanti, ai quali sembra che molti culturisti facciano ricorso per assumere sempre più i contorni di Mastrolindo. Quello che stura i lavandini. Anche tra loro c’è chi ha avuto un’ultima chance per uscire da quella sfera sospetta e acquistare una dignità nuova, nobile, perfino regale. Naturalmente parlo di quel Mastrolindo che ha impalmato Victoria, l’erede al trono svedese. Con tanto di fede nuziale al dito, la sua chance non l’ha certo sprecata. Ho cominciato con quell’ultima chance che voglio riservare alla barca e sono finito in Svezia. Sarà meglio tornare all’attracco e sperare che la prossima volta le cose vadano meglio. Domani cominciano le semifinali. Mai viste tante papere dei portieri come in Sudafrica. Mai visto tanti portieri lasciarsi sfuggire la palla dopo aver tentato la presa. Dicono che la responsabilità sia dello Jabulani (il pallone nuovo), contestato da allenatori, giocatori e ridicolizzato perfino dalla NASA. Deve esserci del vero, ma forse andrebbe aggiunto lo sfinimento delle vuvuzelas. Sempre vuvuzelas, ininterrottamente, da prima dell’inizio fino a ben oltre le fine di ogni partita. Centoventisette decibel che ti rintronano il cervello come una fila di aerei che sorvolino il campo a bassa quota. Una maledizione e un castigo anche per gli arbitri, poveracci. In fatto di papere, ormai ne sanno anche più dei portieri.

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