martedì 15 novembre 2011

diario di un qualsiasi nessuno

15 novembre 2011 - TRENTA SECONDI (ULTIMA PARTE)

-Bravo- gli dice, e allora apportiamo qualche modifica. La donna va a trovare l’uomo per qualche grave motivo di lavoro. E’ tanto arrabbiata che arriva ad aggredirlo, forse vuole denunciarlo. L’accusa sarebbe tanto grave che l’uomo pensa di ucciderla ed estrae la pistola. Spara ma l’automatica si inceppa. Adesso è la ragazza a essere terrorizzata e scappa con tutta l’energia che ha in corpo. Perde una scarpa, ma non si ferma certo a raccoglierla. L’uomo ha la pistola inceppata, inutile inseguirla. Si chiude dentro istintivamente, nel caso improbabile che la ragazza dovesse tornare per aggredirlo di nuovo. Torna verso il computer, ma passando davanti alla finestra, scivola malamente su un frammento di vetro o sul vino di cui è cosparso il pavimento, cerca di aggrapparsi a tutto ciò che ha intorno, sposta alcuni mobili, anche se di poco, e manda la lampada contro la finestra rompendo i vetri. Alla fine cade, batte con violenza la nuca sul pavimento e muore. Questo accade mentre la ragazza sta ancora a metà scalinata, correndo per salvarsi la vita. E’ probabile inciampi e perda tempo, sicché quando esce sono passati una trentina di secondi o poco più dalla rottura dei vetri, come riferito dalla testimone. Che ne dici?-
-Lo sapevo che ci saresti riuscito-, gli fa Perretti, ammirato.
-Piano, per ora è solo un’ipotesi, e anche poco sostenibile, se non facciamo combaciare tutto il resto- .
-Il tuo cliente misterioso che c’entra, per esempio?- chiede, per essere di aiuto.
-Caro Marco, credo che quell’uomo ci fornirà la soluzione del caso- Olindo si interrompe, forse ha intuito anche il resto.
-Quel signore è stato invischiato in un caso di spionaggio industriale ed è molto ansioso di trovare l’assassino. Perché tanta ansia? Crede che l’assassino si sia portato via qualcosa, fatto che non aveva previsto-
-Cosa può essersi portato via?- si domanda Perretti. -Il qualcosa che ha causato la lite fra la ragazza e il morto. Entrambi lavoravano nel reparto progetti e possiamo immaginare quanto possa valere una formula di un cosmetico di successo. A mio parere, uno dei due ha rubato una formula e l’altro ha cercato di recuperarla minacciando anche di denunciarlo-
-Allora è stato l’uomo a rubarla-, si butta Perretti.
-Perché?-
-Perché è stata lei ad andare da lui e lui ha cercato di ammazzarla- dice Perretti.
-Certo-, approva Olindo, soddisfatto. –Naturalmente il ladro aveva un committente anonimo, il nostro cliente misterioso--Che lo avrebbe contattato mostrando l’altra metà del biglietto da cento- conclude Perretti, ormai a suo agio con la teoria di Olindo. –E la pennetta, come mai era vuota?- chiede.
-Penso che il sig. Arcuri, il ladro, ne avesse già scaricato il contenuto nel computer, nell’intento di lasciare in giro meno prove possibile. Probabilmente la consegna sarebbe avvenuta l’indomani e allora avrebbe di nuovo salvato la formula nella pennetta per darla al committente-. Olindo è soddisfatto. Ha messo in moto qualche miliardo di cellule cerebrali, ma ne valeva la pena. Il giorno seguente espone le sue conclusioni all’avvocato, che immediatamente chiede un nuovo sopralluogo sulla scena del crimine. Vengono rilevati tagli impercettibili sulla mano destra del morto, sfuggiti a un primo esame. Viene riesaminato il computer. Fra centinaia di appunti e file di vario genere, viene individuata la formula di un cosmetico per rigenerare la pelle, evidentemente copiata dal computer del laboratorio, che ne contiene una identica. L’azienda conferma che si tratta di un’invenzione di incalcolabile valore. Con l’aiuto della foto e di un numero di cellulare rilevato dai tabulati telefonici delle chiamate all’agenzia investigativa, il maresciallo Montanelli rintraccia l’ambiguo sig. Orsomando, che viene trovato in possesso dell’altra metà del biglietto da dieci. Collima perfettamente. Viene riconosciuta l’esattezza delle conclusioni di Olindo, salvo per la causa del decesso. Il ladro era davvero scivolato sul liquido e sui frammenti di bottiglia, ma non era morto per il colpo alla nuca. Cercando un qualsiasi appiglio, aveva urtato la grossa piantana mandandola a sfasciarsi contro la finestra, ma aveva anche rotto la lampadina con una manata e sfiorato i filamenti interni per una frazione di secondo. Ai suoi due bypass era stato sufficiente. Quanto al compenso ricevuto, Olindo non deve alcuna restituzione. Contratto interrotto per colpa del committente. Più o meno...

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