Domenica, 22 aprile 2012
Oggi è il giorno di riposo
comandato, o dovrebbe esserlo. Comandamenti a parte, chi lo rifiuta un giorno
di riposo alla settimana? Verrebbe da rispondere che non lo farebbe nessuno, ma
se poi pensiamo ai gestori di bar, ristoranti, alberghi, stabilimenti balneari,
trasporti, gente di spettacolo e via di
seguito, cominciamo a sospettare che il giorno di riposo settimanale, incluso
quello alternativo alla domenica, non sia un patrimonio della generalità. Di
certo tutti ne avranno sentito parlare, ma per alcuni potrebbe essere solo
legato a eventi di una mitologia lontana. Eppure, secondo la Bibbia, il mancato rispetto
del giorno di riposo non è una bazzecola, è anzi peccato gravissimo, meritevole
della lapidazione. E’ facile concludere che da tempi tanto lontani la società è
cambiata, le incombenze per la sopravvivenza sono diverse e alcune scelte
necessarie possono essere in contrasto con quelle imposte dalle Scritture. In
tale mancanza di sintonia tra sacro e profano è naturalmente il sacro ad avere
la peggio. Lo sfaldamento del sacro è stato un processo lento, durato secoli,
che tuttavia ha assunto un ritmo impensabile e incontenibile negli ultimi
cinquanta o sessanta anni e spero tanto, ma tanto davvero, che a ciò non vada
attribuito il criminale individualismo in cui è sprofondata la nostra società, perché
non vorrei, proprio non lo vorrei,
vedermi costretto a sospettare che nei rapporti fra religione e società possano
anche aver ragione gli islamici.
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