venerdì 20 aprile 2012

diario di un qualsiasi nessuno

Venerdì, 20 aprile 2012

Quando stavo ancora scrivendo le ultime righe di “L’ultimo plenilunio” (ammesso che si chiamerà in questo modo), mi sembrava che almeno una diecina di nuove trame mi si stessero accalcando nel cervello chiedendo ciascuna la precedenza per il prossimo thriller. L’impressione era che fossero lì, pronte per la prima stesura, dall’inizio alla fine. Niente di più illusorio. Premendo l’ultimo tasto e sganciandomi dall’immagine dei lupi che ululano alla luna, ho scatenato una sorta di ciclone che ha reso del tutto improbabili le mie nuove trame e sconvolto le mie certezze. Ho fatto del tutto per ampliare i miei orizzonti e mi sono impegnato in ricerche interminabili. Ho ripreso a studiare vangeli di ogni genere, poi ho pensato che era ora di smetterla di approfittare del sacro per incrementare il profano e mi sono dedicato, spostando di poco il baricentro, alle nuove sette religiose, in particolare quelle americane, quelle che dispongono di mezzi più che cospicui, con i quali sono in grado di operare sulle reti informatiche di tutto il mondo, attraverso cui riescono a fare nuovi adepti e altro denaro. Pare che la strada per farsi nuovi adepti passi attraverso un questionario iniziale facilmente rintracciabile sul loro sito. L’ho trovato, ma ho resistito alla tentazione di compilarlo. Non vorrei ricoprire il ruolo di vittima in una trama esoterica che nessuno scriverà mai. Ho saltato dunque a piedi pari Scientology, New Age e simili per andare a leggermi la Bibbia. Un vero shock, tuttavia lettura illuminante. Epopea di un popolo prediletto da un dio dell’amore ma anche più spesso della vendetta, del castigo e della morte, poesie dell’amore carnale che occupano tutto un capitolo, una diversa idea del premio o del castigo finale da quella trasmessa dai vangeli canonici. Per finire, l’idea che l’espiazione del peccato possa realizzarsi con la pena di morte, poco differisce da quella del Corano. Lapidare un’adultera è senz’altro eccessivo, per i costumi della nostra epoca, come lo è lapidare un figlio che insulta un padre, anche se gli veniva concesso di essere ascoltato per due o tre volte da un consiglio di anziani prima di scontare la pena. E’ anche difficile capire un dio della vendetta, degli eserciti, che partecipava alle battaglie in prima persona, sbaragliando i propri nemici e quelli del popolo eletto. Non nego certo forti perplessità, ma ne ho tratto la convinzione che il peccato è qualcosa di molto più grave di quanto in genere lo consideriamo. Spingendo un poco oltre le mie considerazioni di cattolico poco osservante, non posso non rendermi conto, fra l’altro, che, a parte un paio di comandamenti che riguardano il rapporto personale con la divinità, chiunque si astenga dal disprezzare i genitori, eviti la bestemmia e il turpiloquio, non rubi e non uccida, non pianifichi di farsi le mogli degli altri e non sbavi di invidia per la roba altrui, ripeto, chiunque si comporti in tal modo non sarebbe un cittadino ideale in quello che dovrebbe essere un consesso civile? Non è una domanda da un milione di dollari, sembrerebbe piuttosto una domanda retorica, perfino idiota. Ma chi ce l’ha il coraggio di rispondere? Oggi soffiava bon vent, come dicono i francesi, nel caso specifico uno scirocco misurato. A rompere le scatole c’era un accavallamento di cumuli neri che minacciavano da ovest, ma me ne sono fregato e sono uscito e ho fatto bene. Me la sono goduta per un paio d’ore, tanto ci è voluto prima che la minaccia si cambiasse in acqua, ma neppure tanta quanta me ne aspettavo. Per il rientro non ho neppure usato il motore (non ricordo se l’ho già scritto, ma visto che dopo quasi un mese non ne avevo notizie, sono andato a riprendermelo e ho provato a ripararlo da solo e ci sono pure riuscito. Quasi non ci credevo. Ora è di nuovo al suo posto) e sono rientrato a vela, come faccio sempre. Oggi però qualcosa doveva andare storto. Proprio mentre rientravo di fretta, facendo la barba agli scogli -a volte si è costretti a farlo per evitare una ulteriore virata e risparmiare tempo-, lo scirocco si è fatto una pausa di un mezzo minuto ed è arrivata una folata da terra. Risultato, un paio di minuti di smoccolamenti puntando il mezzo marinaio contro gli scogli nel tentativo di evitare l’urto fatidico, girare la barca e riprendere il vento. Nel frattempo si è rifatto vivo lo scirocco, anche più arzillo di prima, consentendomi, bontà sua, di rientrare e tornare all’attracco. Un piccolo inconveniente, dopo tutto, che non mi ha guastato per niente la festa.

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